Il lungo cammino dell’istituzione che da più di mezzo secolo è il cuore pulsante della comunità: sacerdoti, volontari, vicende, impegno e tanta devozione. Con don Claudio Chitò agli inizi degli anni Settanta la nascita ufficiale. Poi il lento declino, la chiusura e infine il recente recupero e rilancio.
Civine, frazione di Gussago ma parrocchia autonoma intitolata a San Girolamo dal 5 settembre del 1620, rimase collegata al centro con una mulattiera fino al 1956. La piccola comunità, che allora contava all’incirca 400 abitanti, isolata dal mondo si raccoglieva intorno alla sua chiesa e alla voce del suo parroco, che impartiva il catechismo ai ragazzi sotto il portico della canonica e la dottrina per gli adulti nella chiesa parrocchiale. Alla fine dell’Ottocento, nel gennaio del ’94, fu nominato parroco di Civine don Giacinto Bernardelli, di Pezzaze.
Nello stesso anno suo fratello, don Giuseppe, fu trasferito da Memmo a Gussago; in agosto arrivò il parroco don Giorgio Bazzani, originario di Bagolino. Tre figure di sacerdoti che incisero profondamente nella vita della parrocchia del centro e della frazione di Civine. Durante il suo parrocchiato don Bernardelli curò l’organizzazione del catechismo per i ragazzi e le ragazze; nel 1931 Margherita Mensi donò all’oratorio uno stendardo, quello della Madonna Immacolata. Nel 1941 don Bernardelli si ritirò a Gussago nell’abitazione di proprietà all’inizio della salita per la Santissima. Lo sostituì don Angelo Lussignoli che, il primo marzo del 1942, istituì l’Associazione della madri cattoliche. «Le figliuole dell’oratorio – informa don Lussignoli – assistevano alla dottrina organizzata e raccoglievano offerte di casa in casa per la parrocchia». Nel 1942, secondo lunedì di maggio, fu istituito il piccolo clero. Nel 1943 si andò formando nuovamente, dopo le passate vessazioni del fascismo, un nucleo di fanciulli cattolici ed aspiranti. Don Lussignoli favorì gli incontri dei giovani con le cosiddette «dispute» sul catechismo e i fondamenti della fede.
Nel 1952 don Angelo lasciò la parrocchia per altri impegni e fu sostituito da un nuovo parroco, don Pietro Chitò, definito «l’uomo della riscossa di Civine». Subito cominciò a pensare all’oratorio, ma le esigenze primarie della frazione erano altre: una strada decente per collegarla al centro (1956), la scuola elementare, inaugurata dall’onorevole Mario Pedini nel 1963, e l’acquedotto. Per queste opere l’azione di don Chitò fu fondamentale. Intanto il catechismo si continuava a tenere in canonica. Negli anni Sessanta, finalmente, don Chitò incominciò a proporre il suo sogno: una canonica e un oratorio. Con il contributo delle famiglie, che versavano mille lire al mese, le due opere furono realizzate e agli inizi degli anni Settanta fu aperto l’oratorio. Si trattava di due aule per il catechismo e di un baretto con il jukebox, novità assoluta per un oratorio. Mancava il campo da calcio.
Sostituì don Chitò, chiamato nel ’77 a reggere la parrocchia di Casazza, don Vincenzo Iora che migliorò le condizioni dei locali dell’oratorio, posti al piano terreno della casa canonica. E per sopperire alla carenza di strutture all’aperto ebbe l’idea di formare una zona giochi con la una futura piastra polifunzionale. Col trascorrere degli anni e il calo della popolazione giovanile e per un insieme di altri fattori la struttura oratoriana fu chiusa. E non fu più aperta nemmeno durante il periodo in cui don Roberto Sottini, parroco festivo che aveva sostituito don Iora dal 1998, prestò il suo servizio a Civine (1999-2002). Dal 2003 divenne parroco don Angelo Gozio. E, dopo aver consultato le famiglie della piccola frazione e averne constatata la decisa volontà, si rilanciò l’oratorio. Il rodaggio durò un anno: l’esperienza fu positiva. Si rifece l’impianto elettrico, si misero a norma la cucina, il bar, la sala giochi e i servizi igienici. All’esterno ripresero vita la piattaforma, un campetto da calcio e il parcheggio. Nel 2013, il 12 maggio, con la partecipazione corale di tutta la popolazione, don Marco Mori responsabile del Centro Oratori Bresciani inaugurò l’oratorio ristrutturato e intitolato a San Giovanni Paolo II.
Gian Battista Muzzi
Una nuova casa per i giovani grazie al lavoro dei volontari
Don Angelo Gozio è originario di Gussago e dal ’71, anno della sua ordinazione sacerdotale, ha svolto il suo ministero in varie parrocchie, privilegiando la pastorale giovanile e dedicandosi all’oratorio e ai suoi problemi. A Tignale, per esempio, dall’85 al ’98, ha costruito ex novo l’oratorio, inaugurato nel giugno del 1996 dal vescovo Bruno Foresti. Questa sua passione per la casa dei giovani e per il suo ruolo l’hanno spinto a rivitalizzare anche il piccolo oratorio di Civine.
«Mi sembrava assurdo che Civine pur avendo una struttura non la utilizzasse e non ne facesse un punto di riferimento per i ragazzi e per la comunità. Con la collaborazione di tutti e con un notevole investimento siamo riusciti, due anni fa, a ridare vita all’oratorio che era stato il sogno di don Chitò». Si decise di aderire all’Anspi e aprire così il tesseramento. Attualmente sono 131 gli iscritti. Per funzionamento e organizzazione c’è un consiglio direttivo il cui presidente è il parroco, vicepresidente è Lionella, gli altri consiglieri sono Cristina, Pierangela, Claudio, Cristian; Achille il segretario. «La popolazione residente a Civine ammonta a 245 abitanti; è perciò normale che anche i bambini siano in numero limitato. Coloro che sono in età scolare e che frequentano la scuola primaria e le medie a Gussago partecipano al cammino dell’Iniziazione Cristiana nel centro. Ma per i bambini della scuola materna che sono una dozzina abbiamo organizzato in loco un precatechismo. L’oratorio è aperto il mercoledì, il sabato e la domenica, sia per la precatechesi che per le altre attività che coinvolgono ragazzi e adulti».
Tra i ragazzi sono presenti un bel gruppo di chierichetti che collabora durante le funzioni religiose e una decina di lettori. Rende piacevoli le manifestazioni religiose anche il coretto dei bambini. Il senso di appartenenza alla comunità, anche per l’esiguità dei residenti, è favorito da alcune tradizioni religiose e che ogni anno si rinnovano; anche l’oratorio dà il suo contributo in questo senso. Molte sono le iniziative alle quali partecipano i ragazzi; si propongono gite e giochi organizzati dal Consiglio direttivo e dai giovani genitori, manifestazioni e iniziative. In occasione del Natale viene organizzato il presepio vivente e, all’Epifania, una folcloristica manifestazione per l’arrivo dei Re Magi. I collaboratori di don Angelo, Cristina, Lionella e Achille, si impegnano per assicurarsi che «l’anno sia scandito da alcune feste. Come il rogo della vecchia, al quale fa seguito la presentazione di una commedia a tutti i cittadini». In giugno l’oratorio organizza «Civine in festa», tre giornate partecipatissime. In luglio non può mancare la tradizionale Festa delle Riviere, con una serata per i bambini. «Devo dire -conclude don Angelo – che anche se la frazione è piccola e non tutti frequentano sempre le celebrazioni liturgiche domenicali, si sente un legame comunitario che si va sempre più rafforzando. E questo anche grazie alla funzione dell’oratorio».
Fonte: Bresciaoggi