Speciale Oratorio di Ronco: “Mattone su mattone è nata una comunità”

Oratorio Ronco

Alla metà degli anni Ottanta la svolta: sotto l’egida di don Franco Cavalli sono stati allestiti la pista di pattinaggio, l’impianto delle bocce e la tensostruttura. Dalla scuola di cucito alle moderne strutture sportive passando per il campo da calcio con vista sul pollaio il polo giovanile si è adeguato ai tempi e alle necessità.

I piccoli oratori spesso sbocciano nel virtuoso «humus» creato dalle iniziative socio-educative promosse da sacerdoti lungimiranti o congregazioni religiose presenti all’interno della parrocchia. Mancando, tuttavia, una documentazione scritta bisogna affidarsi alle testimonianze orali tramandate all’interno della comunità. Così è anche per l’oratorio di Ronco di Gussago. Durante il lungo mandato del parroco don Bortolo Cotti, figura di sacerdote austero e frugale, il catechismo per i ragazzi ma anche per gli adulti si svolgeva in chiesa. Non c’erano luoghi specifici per l’aggregazione o per il divertimento. Solo con l’avvento delle suore Poverelle, l’asilo parrocchiale diventò un luogo per la formazione religiosa e iniziative di svago rigorosamente riservato alle ragazze. Durante l’estate le suore organizzavano la scuola di cucito e ricamo, molto frequentata. Dopo la morte di don Cotti nel giorno dell’Epifania del 1964, fu destinato a Ronco don Giovanni Fogazzi. Il sacerdote, dopo un breve periodo nella parrocchia di Dello, fu destinato a Navezze, frazione del suo paese d’origine Gussago, dove prestò il suo servizio ininterrottamente dal 1934 al 1964 lasciando di sé un indimenticabile ricordo. A Ronco portò a compimento diverse opere: la chiesa fu completamente rinnovata dal pavimento al tetto e accanto alla vecchia canonica che disponeva di orto e pollaio, fu allestito un campo da calcio. Di fronte alle richieste sempre più impellenti della gioventù, fu aperto un bar e fu messa a disposizione una saletta per le riunioni. Quando don Giovanni Fogazzi si ritirò dalla parrocchia, nel 1985 arrivò come nuovo parroco don Franco Cavalli. Dovette rimboccarsi le maniche e costruire pezzo per pezzo le strutture dell’oratorio. Ripulendo e abbattendo piante di noci secolari costruì un piccolo campo di calcio e una piattaforma adatta al pattinaggio, alla pallavolo e i giochi di bocce, frequentatissimi anche da anziani dei paesi vicini. Costruì le gradinate intorno al campo e installò una tensostruttura. Rifece totalmente gli spogliatoi e la pavimentazione davanti al centro giovanile, nella quale ristrutturò il vecchio teatrino con il palco; rimise in efficienza le aule per il catechismo. Acquistò anche, attraverso una permuta, la cascina adiacente all’oratorio per ampliare la struttura precedente. Per le attività sportive il comune costruì un campo di calcio e ne affidò la gestione, gratuita, alla parrocchia. Don Franco lasciò Ronco per Orzivecchi, dov’era stato promosso parroco, ma le strutture fondamentali dell’oratorio erano funzionanti. Il nuovo parroco don Cesare Minelli ebbe modo, con il contributo di tanti volontari, di perfezionare quanto era stato solo abbozzato: fu sistemato il bar e abbattendo il muro che separava la vecchia cascina dal restante spazio dell’oratorio si creò un’ampia area nella quale fu installato un parco giochi. Ma, siccome in una parrocchia non c’è solo l’oratorio, don Cesare dovette rifare il tetto della chiesa, sistemarne gli affreschi e mettere tutte le strutture a norma.

Uno spazio a misura di famiglie

Don Cesare Minelli è originario di Cellatica ed è stato ordinato sacerdote nel 1971. Ha svolto il suo ministero per tre anni nella parrocchia di Sant’ Eufemia in città fino al ’74. Poi ha retto la parrocchia di Gombio per dieci anni. Nei successivi vent’anni è stato parroco a Corzano e in città nella parrocchia del beato Luigi Palazzolo. È a Ronco di Gussago dal 2004. Vent’anni fa, quando si andava in un oratorio, insieme ai ragazzi si vedeva scorrazzare o dare quattro calci al pallone anche un giovane curato. Ora la musica è cambiata. A Ronco c’è don Cesare con sulle spalle le sue 72 primavere, anche se non le dimostra, supportato in verità da un bel gruppo di ragazzi e ragazze, che fanno gli animatori. «Sono un po’ stanco – ammette don Cesare -, ma non è ancora giunta l’ora della pensione. Tuttavia è bello stare con i ragazzi nell’oratorio. Mi rende giovane. Venerdì sera abbiamo concluso il Grest con una grande festa ed uno spettacolo straordinario». Quest’anno il centro ricreativo estivo è stato frequentato dagli 80 ai 100 ragazzi, seguiti da venti animatori. In estate il Grest è un servizio importante per le famiglie ma il centro giovanile offre iniziative anche negli altri mesi.«Il nostro oratorio è sempre aperto ed è frequentato anche dalle famiglie – precisa don Minelli -. In verità io sostengo che i genitori dovrebbero essere più presenti in questo ambiente perché i ragazzi, sapendo della loro presenza, sarebbero indotti a tenere sempre degli atteggiamenti corretti. Nell’oratorio si svolge il cammino dell’Iniziazione cristiana la domenica mattina prima della messa. I ragazzi sono un centinaio e vengono seguiti da 15 catechisti. Gli incontri per i genitori sono partecipati anche se si nota, in particolare, l’assenza dei papà. A maggio, in conclusione dell’attività catechistica – prosegue don Cesare -, organizziamo una settimana per la Festa dell’oratorio con sfide di calcio per i bambini e un torneo di carte per gli adulti. A metà giugno l’Associazione Venanzio propone il Memorial Marzio Maccarana. rassegna di calcio in ricordo del pilota scomparso nel 2009 in seguito ad un incidente sulla pista dell’aeroporto di Montichiari. Non mancano altri momenti di divertimento come il processo e il rogo della vecchia e il carnevale». Lo sport tuttavia, monopolizza l’attività ricreativa dell’oratorio.«Il campo da calcio e due piste da bocce sono un incentivo ad approcciarsi al mondo dello sport – conferma don Minelli -. Il vero fulcro dell’attività agonistica è il campo comunale affidato in gestione all’oratorio. Qui gioca la squadra iscritta al campionato del Csi». Don Cesare è orgoglioso della sua comunità. «È una parrocchia di 1500 abitanti, molto legati alle loro tradizioni e con uno spiccato senso di appartenenza al paese – osserva il parroco -. Si sentono di Ronco non di Ronco di Gussago. Ogni anno, la prima domenica di settembre, festeggiamo i santi patroni Zenone e Eurosia e il lunedì immediatamente successivo facciamo la processione in nome di Maria. Entrambe partecipatissime. Ogni 5 anni, a settembre, c’è la scadenza delle Feste quinquennali».

Solidarietà e animazione nel ricordo di Venanzio

Sei anni fa, Marzio Maccarana soprannominato Venanzio perse la vita a soli 26 anni in un tragico incidente di volo durante un air-show a Montichiari. A Ronco quella tragedia parla anche il lessico della speranza perchè il sorriso e l’impegno sociale di Marzio, sono sopravvissuti grazie alla nascita del gruppo no profit Associazione Venanzio.

«Abbiamo iniziato organizzando un torneo di calcio in sua memoria spiega il presidente Franco Facchetti e il ricavato l’abbiamo devoluto in beneficenza. Nel 2011 è sorta l’idea di istituzionalizzare il ricordo di Marzio, membro dell’Azione cattolica, costituendo l’associazione, con tanto di statuto. Il sodalizio si pone l’obiettivo di sostenere le attività della parrocchia di Ronco, ma nel corso di questi primi anni sono state aiutate anche altre realtà. Con i proventi che derivano dal nostro torneo annuale a 12 squadre e dalle altre iniziative continua Facchetti abbiamo aiutato parecchi bisognosi e alcuni bambini ospedalizzati; abbiamo dato una mano ai terremotati dell’Emilia e alla Cooperativa Il Calabrone di don Piero Verzelletti. Anche la tensostruttura che campeggia all’oratorio l’abbiamo donata noi». Gli iscritti e i volontari che ruotano intorno all’associazione di volontariato sono davvero numerosi e tutti, indistintamente, lavorano per la migliore riuscita delle iniziative e per le attività di beneficenza.
Gian Battista Muzzi

Fonte: Bresciaoggi

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