Prosegue lottando contro la crisi la rassegna enogastronomica gussaghese «Lo spiedo scoppiettando».
Nonostante il prezzo irresistibile anche per il piatto principe della tradizione gussaghese e bresciana l’impatto della difficile congiuntura economica si fa sentire. Un impatto che però non incide sulla qualità della proposta che sebbene faccia segnare una flessione nei numeri non fa di certo calare la soddisfazione dei clienti. Vivo anche l’entusiasmo dei 14 ristoratori aderenti all’Associazione Ristoranti di Gussago Franciacorta nata per battere la crisi attraverso la sinergia.
«Non lo si può nascondere: la crisi si fa sentire. Ma nonostante tutto resistiamo e al momento il bilancio della rassegna è più che buono anche se non ottimo come nella scorsa edizione – racconta il presidente dell’associazione Edoardo Ungaro -. Tuttavia confido che il finale della rassegna possa essere in crescendo».
Resta comunque il fatto che il menù completo a base di spiedo a soli 25 euro sia ancora capace di richiamare tanti visitatori anche e soprattutto da oltre i confini provinciali. Con clienti arrivati persino dal Veneto e dal Trentino Alto Adige per gustare il piatto principe della cucina bresciana di cui Gussago è ormai stata riconosciuta come capitale.
A rendere speciale lo spiedo di Gussago anche la denominazione comunale de.co. attribuitagli che garantisce al piatto un valore aggiunto, un’eccellenza apprezzabile per l’alto livello qualitativo degli ingredienti e del processo di preparazione.
Il menù promozionale offerto ogni giovedì fino al 29 novembre prevede oltre allo spiedo de.co. anche una classica minestra sporca e un prelibato contorno di polenta e patate arrosto, l’abbinamento ad un Cellatica superiore doc, l’immancabile caffè e una ricca degustazione grappe di Gussago.
Un menù comune a tutti i 14 ristoranti dell’Associazione Ristoranti di Gussago Franciacorta aderenti alla rassegna: le trattorie Caricatore, Canalino, da Pina, Campagnola, Cascina Bombaglio, Nuovo Rustichello, Magher, nelle osterie: dell’Angelo, Santissima, Bolle in pentola, negli agriturismi: Antica Strada Romana e da Mario e Rosa, e infine nel ristorante la Stacca e Antica trattoria Piè del dos.
«PIÈDELDOS»
Tra pietanze raffinate trova posto la tradizione.
L’amore per la qualità, la cura e la ricerca del dettaglio in un ambiente accogliente. Confortevole, ristretto, un piccolo luogo in cui gustare le eccellenze di una cucina elegante e raffinata.
Sono da sempre queste le caratteristiche principali dell’Antica Trattoria Piè del Dos. Caratteristiche che non escludono la possibilità che, a ristoranti che puntano maggiormente su dei piatti ricercati, piuttosto che al numero di coperti, possano servire piatti popolari come lo spiedo.
Un fattore che anzi rappresenta un valore aggiunto anche per l’Associazione ristoratori di Gussago Franciacorta, come spiega il proprietario Stefano Pazzaglia: «Il fatto che nella nostra associazione coesistano e si confrontino realtà diverse permette a tutti di poter avere punti di vista diversi. Questo tipo di accostamento consente di avere una maggior crescita ». Continua Pazzaglia: «Ad esempio in momenti di crisi come questo la mia realtà, che offre al massimo una cinquantina di coperti, non soffre così tanto come realtà strutturate per averne 300, anche se gli effetti si fanno sentire per tutti».
Oltre che permettere questo tipo di confronto «in tavola» di ambito gestionale tra le varie cucine, l’Associazione ristoratori di Gussago Franciacorta rappresenta un importante palcoscenico come sottolinea il proprietario della trattoria: «Credo che uno dei valori aggiunti dell’essersi consorziati sia l’efficacia comunicativa, che ogni realtà, da sola, difficilmente potrebbe avere. La mia opinione rimane comunque quella che alla base dei piatti proposti, come ripeto spesso, ci debba essere una qualità di fondo. Io nella mia proposta cerco di non inflazionare lo spiedo servendolo esclusivamente il giovedì della sagra, oppure su ordinazione».
Su questa direzione, secondo Pazzaglia, si è mosso anche il Gran Galà dello spiedo che ormai è diventato una vetrina per tutta l’associazione permettendo di attirare anche numerosi clienti da diverse zone sia della provincia, sia della regione.
«DELL’ANGELO»
Meno concorrenza più economie di scala.
«È difficile che la rassegna vada male. Dopo il periodo di stacco la voglia di spiedo è talmente tanta che le richieste sono sempre moltissime».
È soddisfatta Emanuela Rovelli, titolare dell’osteria dell’Angelo, quando le si chiede come sta andando con questa crisi.
«Lo spiedo scoppiettando è sempre una rassegna che lascia tutti soddisfatti – spiega la ristoratrice -. Noi con una settantina di coperti facciamo presto a fare il tutto esaurito, tuttavia le richieste sono sempre molte e la gente torna volentieri per cui non possiamo lamentarci. Credo che anche i miei colleghi condividano questa soddisfazione». Una soddisfazione che viene amplificata dalla dimensione di associazione che secondo Emanuela Rovelli, rappresenta un vero e proprio valore aggiunto per la realtà della ristorazione gussaghese.
«L’aver dato vita all’associazione ristoratori di Gussago Franciacorta è una delle cose più belle che potessimo fare, sia per i benefici per tutti sia per il messaggio di sinergia che rappresenta.
Anziché trovarsi a combattere in concorrenza spietata ci si trova a cooperare e dar vita ad economie di scala negli acquisti di cui possono beneficiare tutti, con notevoli vantaggi anche a livello qualitativo per i piatti che siamo in grado di proporre». Grande entusiasmo Emanuela Rovelli lo dimostra anche a proposito del Gran Galà dello spiedo ed al progetto di poterlo replicare anche fuori provincia.
«Il Gran Galà dello spiedo è un evento che credo abbia pochi paragoni nella nostra provincia, un appuntamento in cui i circa mille coupon vengono venduti in pochi giorni credo non abbia bisogno di ulteriori commenti.
Inoltre per due mesi dobbiamo spesso fare i conti anche con le telefonate dei delusi, che dovranno accontentarsi di venire a trovarci nei nostri ristoranti. Sono entusiasta all’idea di poter replicare questa iniziativa in località vicine come Milano o Monza, anche perché credo che lo spiedo bresciano abbia tutte le qualità per essere apprezzato ovunque».
Fonte: Giornale di Brescia