La Parrocchia di Ronco dal 1^ al 10 settembre 2012 festeggia il Ss. Nome di Maria. Riceviamo e pubblichiamo con piacere un articolo tratto dal “Bollettino parrocchiale di Ronco – Settembre 2012” in cui viene trattata la solenne festa patronale di Ronco.

FORSE NON TUTTI SANNO CHE…
Rileggendo qua e la alcuni capitoli del libro “Ronco di Gussago, frammenti di storia” pubblicato e distribuito a tutte le famiglie nel 1995 e scritto dalla gussaghese Rinetta Faroni, mi sono imbattutto quasi per caso in alcuni paragrafi che citano la festa che stiamo per celebrare: il Ss. Nome di Maria.
Una primissima testimonianza di questa antica tradizione, di cui al momento non si conosce né l’origine né significato preciso (tutti noi sappiamo bene che la chiesa parrocchiale è dedicata a San Zenone ed il piccolo oratorio in centro al paese a San Sebastiano), è un documento datato 12 Settembre 1738 (ovvero 274 anni fa!!!): si tratta della visita pastorale del Cardinal Angelo Maria Querini (1680-1755), 109° Vescovo di Brescia.
Nell’Archivio Vescovile Bresciano esistono altri documenti oltre al precedente, in cui si accenna nuovamente ed in modo più specifico alla nostra festa patronale del Ss. Nome di Maria: si tratta della relazione della visita pastorale effettuata da S.E. Rev.ma Monsignor Gabrio Maria Nava, Vescovo di Brescia dal 1807 al 1831, datata 12 Settembre 1818 (era un sabato).
In questo documento viene descritto lo svolgimento di tale festa solenne. In sintesi si narra che il Vescovo Nava ha assistito alla messa cantata dal canonico convisitatore e vi ha fatto la predica mentre nel pomeriggio, “nuovamente vestito pontificalmente”, si è portato processionalmente in chiesa per il canto del Vespro, terminato il quale ha riportato nella chiesetta di S. Sebastiano la statuetta della SS.ma Vergine “cui il popolo di Ronco professa molta devozione”.
A quel tempo il parroco era don Gio Batta Casari di Sale (di anni 36), vi erano 325 parrocchiani di cui 200 “di comunione”, mentre in quel preciso giorno furono comunicate ben 243 persone, ne furono cresimate 54 mentre 298 è il numero dei partecipanti alla dottrina (stiamo parlando di una percentuale di partecipazione del 91,69%… altri tempi…).
Un altro documento che testimonia la costante devozione dei nostri avi è relativo ancora una volta ad una visita pastorale, questa volta effettuata dal Vescovo Mons. Girolamo Verzeri il 16 febbraio 1854.
Tra le altre cose si cita che nell’oratorio di S. Sebastiano “vi è conservata una statua della Madonna che ogni anno viene portata solennemente in processione nella chiesa parrocchiale nella festa del Ss. Nome di Maria che si festeggia con speciale solennità”.
Una piccola curiosità: tra gli “Ordini Episcopali” (cioè le disposizioni pratiche che solitamente il Vescovo emetteva in occasione della sua visita nelle varie parrocchie) troviamo quella di aggiungere un altro giorno oltre a quello del Nome di Maria per festeggiarvi la Vergine e Martire S. Eurosia, compatrona della parrocchia assieme a S. Zenone, il quale, invece, si era soliti festeggiare il lunedì successivo all’Ottava di Pasqua. L’avranno mai fatto?
In tempi recenti (parliamo dalla seconda metà del ‘900 ai giorni nostri) questa festa patronale sì è arricchita di momenti non solo religiosi, come ad esempio la pesca di beneficenza o il pranzo comunitario per passare alle serate in musica, alle commedie, ai vari tornei sportivi, alle bancarelle artigianali, alle lotterie, arrivando infine, alla grande tombolata conclusiva, pezzo forte delle iniziative oratoriane. Tutte cose belle ed importanti che ci aiutano a creare comunità!
L’altra faccia della medaglia, però, è quella che tutto questo “profano” possa in qualche modo soffocare il “sacro” mettendolo in secondo piano, nonostante esso sia, per noi cristiani, la linfa vitale per giungere in Paradiso… o no?
Ecco che quindi, sapientemente, alcuni anni or sono sì è ben pensato di spostare la processione solenne per le vie del paese, il lunedì seguente, quando tutti (anche i volontari della festa) sono liberi da ogni impegno o distrazione, sereni nel corpo e nello spirito, quindi ben disposti a render gloria alla Madre celeste con questo nobile gesto, ovvero testimoniare pubblicamente la nostra fede: “l’uomo moderno ha più bisogno di testimoni che non di maestri” (Paolo VI°). Così pure il celebrarla in modo veramente solenne, ogni 5 anni, permette a tutti di “ricaricarci” e sentire più forte il desiderio di essere presenti, altrimenti rischiamo che l’abitudine sopravvenga al desiderio…
In ogni caso possiamo affermare con certezza che la festa del Ss. Nome di Maria, per gli abitanti di Ronco, è stato da sempre un evento religioso molto importante e sentito. Oggi, come allora, facciamo nostra questa devozione alla madre di Gesù e madre nostra, affinchè interceda per noi presso il suo Figlio. E perchè no, magari anche tra un panino e salamina ed una tombolata tutti insieme o (meglio ancora) con una semplice Ave Maria o la partecipazione alle varie funzioni religiose in programma.
Fonte: Bollettino parrocchiale di Ronco – Settembre 2012