
La bella Marta e il suo innamorato Ariboldo, eroi contadini di una leggenda della Civine di Gussago, sono i protagonisti dell’evento che chiuderà il Festival di letteratura per l’infanzia «Mangiastorie», ideato e diretto da Cosetta Zanotti. Stasera alle 20.30, nella chiesa di San Lorenzo a Gussago, Vittorio Nichilo presenterà il volume che racchiude il testo teatrale La storia di Marta della buca, commedia, rappresentata con gli allievi della locale scuola media Venturelli durante la rassegna teatrale gussaghese «Classi(ci) in scena – premio Giovanni Canu». Il volume, promosso dall’Assessorato alla Cultura, dall’Istituto Comprensivo e dalla Fondazione Civiltà Bresciana, narra della leggenda di Marta o Marta Antonelli, che, nel Settecento si innamora del soldato tedesco Ariboldo. Sebbene l’amore tra i due giovani sia ostacolato dalla famiglia e da Prospero, un signorotto versione locale del più noto don Rodrigo manzoniano, tutto finirà bene. Della leggenda è viva la memoria anche tra le montagne che circondano Civine: sul monte gussaghese di Quarone, infatti, una grotta porta il nome di «buca della Marta», perché proprio in quella voragine, al culmine delle sue peripezie, era scivolata la giovane.
Durante l’incontro di stasera si ripercorreranno le vicende che hanno portato alla scrittura del testo teatrale di Nichilo che a sua volta si ispira ad un racconto fiabesco raccolto, nell’Ottocento, da don Giovan Battista Federici il quale abbozzò un romanzo, parzialmente recuperato negli anni ’90 da un pronipote, quel professor Federici insegnante emerito alla scuola Venturelli. La leggenda interessò, per altro, anche il poeta Cesare Arici che la inserì nel suo poema «L’origine delle fonti».
Fonte: Bresciaoggi