La storia del “Monumento ai Caduti” di Gussago, prima parte

Monumento Caduti Gussago

La prima parte della storia del “Monumento ai Caduti” di Gussago.

L’idea di realizzare un monumento ai Caduti gussaghesi della prima guerra mondiale fu avviata nel 1919 il 14 settembre, ma i prodromi per il riconoscimento – nel ricordo – di “coloro che si immolarono sull’altare della gloria”, tipica espressione dell’epoca bellica d’inizio secolo, dovremmo cercarli addirittura nella giornata di Giovedì 17 maggio 1917, in quella del 6 dicembre sempre del ’17 ed in quell’altra giornata ancora, del 28 gennaio 1919 a Sale di Gussago.

In “Il Cittadino di Brescia” del 20 maggio 1917 – sotto il titolo “Trattenimento per i mutilati”- si lesse che il 17 maggio la nobildonna <<Carolina dei Marchesi Brivio Allevi della Colomba diede nel locale dell’asilo infantile “Giovanni Nava” annunciato trattenimento pro mutilati. (…)>> . Chi dei gussaghesi avesse pensato vedere deserto l’intrattenimento ne rimase deluso dal momento che, nonostante i cogenti lavori dei campi, il portico del palazzo Nava risultò affollatissimo. <<Presentata dalla maestra Corradini la nobile donna seppe avvincere l’attenzione dell’uditorio per oltre due ore e mezzo con argomenti vibranti del più fervido patriottismo. Ebbe accenti di fiero anatema contro i sofismi e le usurpazioni teutoniche ed eloquenti espressioni di plauso e incoraggiamento ai generosi che combattono per la giustizia e il diritto, e un superbo e commosso saluto inneggiante ai destini dell’Italia. (…). Fu assai gustato anche un grazioso intermezzo: una piccina della Scuola di Sale apparve sul palco di bianco vestita e cantò commossa una canzone di saluto e d’augurio al babbo lontano che combatte in trincea. (…)>>. Non mancò un commosso “Ricordo” dei Caduti gussaghesi a quella data. Architette del trattenimento furono le maestre della <<Sezione locale “Unione Insegnanti”: Corradini, Codenotti, Crescini, Peracchia, Tregambe>> che con altre donne seppero ben prepararlo. Anche <<il soldato Gaspare Manfrini>> si adoperò, con alcuni suoi operai, alla buona riuscita del trattenimento per mutilati al palazzo Nava. L’incontro fruttò, per l’intervento oratorio della signora marchesa Carolina, oltre ad <<un godimento intellettuale all’uditorio e ai gloriosi nostri mutilati, quel soccorso che è sacro debito di riconoscenza e di giustizia>>, anche un incasso di oltre lire 200 (duecento).

In “La Provincia” del giorno 8 dicembre 1917 si legge sotto il titolo LA CASA DEL SOLDATO che <<La sera del 6 corrente ebbe luogo a Gussago l’apertura della Casa del Soldato istituita per iniziativa del regio provveditore agli studi cav. Dottor Arturo Magnacavallo, nella sua qualità di presidente del comitato bresciano della unione degli insegnanti, con la collaborazione dell’ispettore della prima circoscrizione, cav. Francesco Maestrelli, e con l’appoggio delle Autorità civili e religiose del Comando. Prestò anche alla buona riuscita dell’iniziativa efficace concorso il commendator Graziotti presidente del Comitato di preparazione civile>>. Parlarono per spiegare gli scopi della nuova istituzione gussaghese il cav. Maestrelli con <<un vibrante ed elevato discorso>>; un tenente del Presidio; <<il regio provveditore agli studi>>; la maestra Delfina Corradini <<ed infine il commendatore Friso ispettore centrale per l’istruzione primaria (…) che manifestò con l’accento caldo ed elevate parole il suo pensiero sulla necessità dell’opera di assistenza ai soldati>>. Anche qui non mancò il ricordo dei gia tanti Caduti gussaghesi.

In “La Sentinella Bresciana” del 31 gennaio 1919 i gussaghesi poterono leggere: <<Da Sale di Gussago – Tridui e Ufficio Funebre dei soldati morti in guerra. Ci scrivono da Sale di Gussago, il 28: in occasione dei sacri Tridui e per iniziativa del nostro rev. Parroco, Domenica si celebrò un solenne ufficio funebre per i militari caduti; è consolante il rilevare che quasi la totalità della popolazione assistè alla mesta cerimonia, notavansi anche tutte le Autorità militari locali. Imponente il catafalco, il quale era coperto dal drappo tricolore ed ai lati un Plotone di soldati del 77° Fanteria, che resero gli onori militari. Degno di nota fu il discorso tenuto dal rev. Maggi, tenente cappellano dei Mitraglieri, evocando i fasti più gloriosi, tanto da lasciare in tutti la più profonda impressione. La mesta cerimonia si chiuse al suono della Marcia Reale e del canto dedicato ai defunti soldati da un gruppo di bambine (…)>> condotte dalla maestra Maria Bianchi.

Più tardi, in “La Provincia di Brescia”del 3 ottobre 1920 – con gioia riconoscente – si lesse: <<Gussago: inaugurazione della lapide ai Caduti di Gussago. Domenica 10 ottobre si inaugura una lapide dei Caduti nella grande battaglia per la totale indipendenza dell’Italia. Tale lapide è già stata murata in una delle facciate del gran fabbricato scolastico, in modo che si presenta subito alla vista di chi arriva a Gussago col tram>>. [Di quando il tram faceva capolinea nel centro della piazza. Si tratta del lato est delle Scuole elementari, il più corto, ora semi nascosto dall’attuale Monumento ai Caduti dopo il suo spostamento (…slittamento a sud rispetto alla vecchia sede inaugurale degli anni ‘50) avvenuto negli ultimi anni Ottanta del Novecento]. Sempre in quell’articolo di “La Provincia”, ancora, i gussaghesi lessero: <<I morti sul campo sono 57, i morti per ferite sono 6 quelli in prigionia 9 e quelli per malattia 17; un totale quindi di 89 persone, che lasciarono la loro vita per la grandezza della Patria. Da alcuni si osservava che tale ricordo non corrisponde alla misura dell’Olocausto offerto da Gussago. Non che la lapide sia malfatta, ma tanti morti in un Comune di quasi 6000 (seimila) abitanti che in questi anni è stato favorito economicamente da una ricca produzione del suolo, con un rendimento di danaro sia per i bachi che per l’uva che per le altre entrate, una spesa di poco più di L. 5.000 per un ricordo a 89 Caduti per una causa tanto nobile, appare inadeguata>>.

Due giorni dopo la precedente pubblicazione in “La Provincia di Brescia”del 5 ottobre 1920, invece, la gente di Gussago ebbe modo di leggere questo titolo: <<Gussago: la lapide ai caduti sfregiata. 4 ottobre>>. Inoltre, nel testo: <<Questa notte scorsa ignote persone commisero un atto vandalico sulla lapide ai Caduti di Gussago, della quale abbiamo scritto sulla precedente corrispondenza e che il Comitato si proponeva di inaugurare domenica 10 corr. Specie verso la base, l’ornamento di contorno è stato rotto e sfregiato. Certo che, come già accennammo, vivo malumore in paese aveva destato la meschinità del ricordo in confronto della maestà del sacrificio compiuto dagli 89 che caddero per la grandezza della Patria e che la popolazione così favorita dalla sfortuna in questi anni (di guerra), avrebbe dovuto in modo migliore manifestare la doverosa gratitudine ai suoi valorosi Caduti. Ma queste considerazioni non giustificano affatto l’atto insensato di questa notte, che deve essere l’opera di qualche avvinazzato, cui il vino nuovo abbia tolto il lume della ragione>>.

Agli articoli apparsi nella settimana che precede fanno seguito altre pubblicazioni, col suono di precisazione “Pro veritate” o puntualizzazione sui fatti e sulle chiacchiere, anche giornalistiche, come di seguito.
In “La Provincia di Brescia”del 10 ottobre 1920 è addirittura Angelo Venturelli ad esporre un “comunicato”, pubblicato integralmente dal giornale cittadino. Infatti, in quei giorni si lesse: <<GUSSAGO: per la verità. A proposito del ricordo ai Caduti, il rag. Angelo Venturelli, membro del Comitato ci comunica: 9 ottobre – a porre fine ad alcuni annunci di carattere polemico fatti in questi giorni su codesto Spettabile giornale, i quali cenni non concludono ad altro che a mettere il paese di Gussago in luce di inciviltà e quasi di barbarie sacrilega, traendo motivo da un doloroso atto individuale commesso da un irresponsabile, ed a smentire tutte le chiacchiere e le dicerie che corrono in questi giorni in paese, è bene si sappiano precisamente come stanno le cose. Il 14-09-1919 scorso l’amministrazione allora dominante in Comune, diretta dal cav. Francesco Rovetta convocava una trentina fra le persone più rappresentative del paese, di ogni partito e di ogni classe e condizione sociale, con lo scopo di costituire un Comitato che provvedesse ad erigere un ricordo ai valorosi Caduti del paese. In quella riunione si discusse e si decise subito in che dovesse consistere il ricordo. Il sig. Firmo Tosini propose, e la grande maggioranza approvò, che si derogasse dalla monumentomania ormai invalsa in ogni paese, di ingombrare le piazze con dei costosi quanto discutibilmente belli monumenti, che passata la festa dell’inaugurazione, vengono quasi sempre lasciati in un abbandono non troppo rispettoso per quanto rappresentano e si stabilì “di fare un’opera socialmente utile e cioè di erigere un asilo infantile al centro del paese, consacrandolo alla memoria dei nostri Eroi Caduti”. Ma per poter conservare o ricordare al paese i nomi dei Caduti, si riconobbe l’opportunità di scolpire in una lapide i nomi gloriosi, collocandola possibilmente nell’edificio scolastico, perché fosse monito ed incitamento alla nostra gioventù studiosa. Nella stessa riunione si procedette alla nomina di un Comitato più ristretto di numero, che dovesse dare esecuzione a quanto in massima già stabilito. Il Comitato risultò composto dal parroco del paese rev. Giorgio Bazzani, ing. Ancillo Cadeo, sig. Tosini Firmo, sig. Giorgio Foresti e rag. Angelo Venturelli. Il nuovo Comitato iniziò la propria opera dando la maggior diffusione possibile ai propositi del primo comitato, fatti propri, ed a mezzo della stampa e facendoli pubblicare dai parroci nelle singole parrocchie del paese; e fu organizzata la raccolta delle somme a mezzo di appositi incaricati per ogni frazione, i quali incaricati dovevano anche far conoscere agli offerenti come sarebbe stata spesa la somma raccolta. Ma le offerte non furono eccessivamente vistose, e in 580 offerenti non si raccolse che la modesta somma di lire 5366. A raccolta ultimata il Comitato si riuniva per discutere il da farsi in seguito ai risultati della raccolta, che non furono quelli che certamente si poteva ripromettersi, ed anche perché in seguito all’inaugurazione avvenuta nella vicina Cellatica di un ricordo monumentale ai caduti, voci insistenti lo reclamavano anche a Gussago. In quella seduta il sig. Giorgio Foresti propose di abbandonare l’idea dell’asilo, intensificare la raccolta delle offerte, e fare un ricordo monumentale il meglio possibile anche a Gussago. Il rev. Prevosto (Ndr. Don Bazzani) che lui e i suoi colleghi nell’invitare il pubblico a fare delle offerte, aveva informato anche della destinazione delle somme, e che tale destinazione non si poteva modificare e che quantunque fosse la somma sopravanzasse alla spesa della lapide, questa doveva essere destinata all’erigendo fabbricato per l’asilo, anche se l’erezione di questo non dovesse essere prossima. Si stabilì ad unanimità di mantenere l’idea della lapide, ma di fare in modo che questa riuscisse di una notevole importanza. Infatti questa è riuscita una egregia opera d’arte, eseguita su disegno del sig. ing. Arcangeli e dallo scultore sig. Brignoli di Rezzato, ed il Comitato vi spese ben lire 4700 delle 5366 raccolte per farla erigere, trasportarla e metterla in opera. Nella tendenziosa comunicazione apparsa nel giornale La Provincia del giorno 7 corr. si vorrebbe giustificare la poca generosità nell’offerte, attribuendo all’idea del Comitato di fare una semplice modesta lapide la cagione del non essere stati eccessivamente prodighi e lo scrittore di quella comunicazione mostra di ignorare quello che a Gussago sanno anche i sassi, che la lapide non doveva essere che il mezzo per ricordare il nome dei caduti, ma che il monumento da consacrarsi alla memoria di questi doveva essere l’asilo. Ed allo stato dei fatti ci sembra che anziché imputazione al Comitato di essere stato di veduta non troppo larga, si possa imputare a molti offerenti ristrettezza di borsa. Siamo spiacenti che ragioni di spazio non ci rendano possibile la pubblicazione sui giornali degli elenchi degli offerenti, elenco che verrà affisso all’albo del Comune, perché ognuno possa consultarlo>>.

In “La Provincia di Brescia”del 13 ottobre 1920 la cittadinanza gussaghese legge il Manifesto che segue. <<Gussago: per un monumento ai caduti. 11 ottobre. La Giunta municipale di Gussago ha pubblicato oggi il seguente manifesto: Cittadini! Il ricordo ai caduti in guerra fatto erigere da apposito Comitato colle oblazioni raccolte, non ha raggiunto il desiderio di molta parte della popolazione. Questa Giunta, interprete del pensiero che si è manifestato in questi giorni, nel mentre sospende la inaugurazione della lapide già approntata, si fa iniziatrice dell’idea per la erezione di un ricordo monumentale che rammenti a tutti il nome e l’opera dei figli sacrificati per il bene nostro. A giorni verrà costituito il Comitato, il quale messo in evidenza lo scopo della sua azione, saprà condurla a termine, ed a tal fine questa Giunta raccomanda l’unione delle iniziative affinché il monumento da erigersi sia degno tributo di riconoscenza ai nostri morti.

Gussago, 08-10-1920 – la Giunta: G. Foresti, G. Andreoli, G. Barzani, A. Venturelli, L. Gosio, A. Reccagni. Noi riteniamo che non sia difficile col buon volere di tutti, ottenere in paese una somma che valga ad onorare degnamente i figli di Gussago che caddero per la Patria. Se vi è monumento per una causa nobile, santa, sublime è certamente questo>>.
Le parole del Venturelli prima, datate 9 ottobre 1920, subito riprese dal giornale bresciano e quelle contemporanee della Giunta di Gussago (Foresti, Andreoli, Barzani, Venturelli, Gosio, Reccagni) sembrano non aver più eco ed importanza; infatti, contemporaneamente nei mesi successivi, sorgono – artificiosamente costruite – aspre diatribe e contese locali e nazionali anche di disprezzo verso i combattenti ed i Caduti della “Guerra nazionale”, facendo “opportunamente” serpeggiare un fortissimo malumore tra la popolazione. [23.3.1919 fondazione dei “Fasci italiani di combattimento”, poi Partito Fascista nel 1921]. Un clima non consono per pensare di poter raccogliere il denaro che mancò due anni prima per l’erigendo Asilo da collocarsi in pieno centro, ai piedi ed in vista della scalinata Basiletti, in area detta Castelli.

A cura di Achille Giovanni Piardi

Per approfondire:
La storia del “Monumento ai Caduti” di Gussago, prima parte
La storia del “Monumento ai Caduti” di Gussago, seconda parte
La storia del “Monumento ai Caduti” di Gussago, terza parte

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