Grande soddisfazione per il triumplino Carlo Manfredi Zaglio (Team Bike Gussago) che si è laureato campione del mondo di mountain bike categoria Master 3.
Sul difficile tracciato di Balneario Camboriu, in Brasile, l’atleta di Sarezzo ha confermato lo stato di grazia evidenziato nel campionato d’Europa di Kraniska Gora, portando a casa un risultato eccezionale al suo primo anno con la casacca del Bike Gussago dopo la lunga parentesi veronese nelle file del Team Todesco. In chiave italiana, in Brasile oltre a Zaglio hanno conquistato la maglia iridata Samira Todone (UC Caprivesi), Fabio Zampese (Bike Pro Action), Massimo Folcarelli (Draken Team).
E al Team Bike Gussago sono raggianti: «Zaglio è l’unico nostro elite in più di 110 tesserati che svolgono attività amatoriale tra i quali si distinguono Fabio Brontesi e Guido Rumi – spiegano il presidente Marco Dotti e Marco Aperti -. Da noi è arrivato a inizio stagione: voleva correre con un team bresciano e ci siamo fatti avanti per amicizia, pur sapendo di non essere una squadra tra le più balsonate. Zaglio ha ricambiato la nostra amicizia con un titolo europeo e, adesso con il Mondiale. Lo aspettiamo per il brindisi».
Zaglio, che in Brasile aveva vinto il Mondiale due anni fa, è stato impeccabile. È partito forte impressionando l’idolo locale Abraao Azevedo, detentore dell’iride. Azevedo ha cercato di rispondere agli allunghi del bresciano, ma ha dovuto desistere. Zaglio ha accumulato 20″ di vantaggio alla fine del secondo giro e ha continuato a spingere chiudendo in solitaria con 3′ 03″ su Azevedo, che ha preceduto il sudafricano Nico Pfitzenmaier.
«Stavo bene, ma da lì a essere sicuro della vittoria ce ne passa – spiega Zaglio -. Il percorso presentava una lunga salita molto dura, inizialmente su strada asfaltata poi sterrata, con in mezzo uno strappo in single trek dalle pendenze proibitive. L’ultima parte era in discesa, prima in singletrak, tecnica e impegnativa, e poi su una parte di tracciato da dowhill. Non ho fatto tattica: mi sentivo bene e ho subito preso il comando. Fortunatamente le gambe hanno retto fino alla fine: e adesso posso godermi il titolo».
Fonte: Bresciaoggi