Una “taglia” per la balena imbrattata

Balena imbrattata febbraio 2022

SOS cetacei vandalizzati. Ettore Marchina, gallerista al Gare 82, spazio espositivo al civico 5 di via villa Glori, in città, che di Stefano Bombardieri ospita l’archivio, e deus ex machina del progetto, ha lanciato pubblicamente l’allarme via social mettendo una taglia sugli infausti bracconieri metropolitani: “Ieri sera dei fenomeni hanno imbrattato la balena di proprietà dei cittadini di Ronco. Non voglio fare nessuna denuncia, perché le forze dell’ordine hanno cose più serie e rilevanti che indagare su dei cretini. Perciò offro una somma di 5.000 euro in contanti a chi mi indica i colpevoli. Massima riservatezza. Cell 348 2669339” (licenza di telefonare).

Complice la notte, con una bomboletta spray color bianco latte i senza volto hanno profanato il povero pachiderma marino arenato sulla rotonda di Gussago – non una balenottera qualunque, ma “Gaia e la balena“, mastodontica opera realizzata appunto dall’artista bresciano Stefano Bombardieri – scrivendo a caratteri cubitali in font populista “Comune Gussago” poco più in là del suo occhio languido. Incassato in un corpo gigantesco ma placido, innocuo e decontestualizzato: circa venti metri di possente struttura trascinata a fatica con una corda da una bambina alta un metro ma piegata per il peso dello sforzo, ad evocare in senso esteso e (neanche troppo) metaforico temi legati alle criticità ambientali e agli effetti collaterali annessi e connessi… “un’opera che richiama l’enorme forza dell’innocenza, dove i bambini hanno un potere enorme per raccogliere le grandi sfide dei nostri tempi turbolenti”. Partendo dalla realtà tangibile per approdare a mondi interiori e universi fantastici, le opere di Bombardieri (1968, stile inconfondibile per uno degli artisti bresciani di maggiore appeal oltreconfine e fra più quotati sul mercato internazionale) non contemplano risposte ma suggeriscono domande, sottese ai maxi volumi di animali dalla presenza realistica, con dettagli accuratamente riprodotti, plasticamente perfetti e al tempo stesso surreali, a tratti inquietanti, metafora di una ricerca che in realtà è antropocentrica e focalizzata attorno all’uomo e alla sua complessità, “in particolare a come egli reagisce di fronte agli eventi, più o meno inattesi, che mettono in discussione il suo desiderato ma precario equilibrio”.

Emblematico, in questo senso, il rinoceronte “appeso” al quadriportico di piazza Vittoria. Dove la ricerca sconfina in riflessioni che indagano il tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore, il senso dell’esistenza. Nel caso specifico dell’installazione collocata Gussago, un’operazione propiziata dallo stesso Marchina – ironia della sorte – dopo che proprio il Comune di Gussago aveva dato il via libera all’allestimento in ottica filantropica, il richiamo è al ciclo “The animals’ countdown“. Ora, brutalizzata da ignoti e così indifesa, la balena fa ancora più tenerezza e l’intervento dei barbari sverniciatori ancora più tristezza. Dal vivo ma anche sui social, dove a seguito dell’appello di Marchina si è sollevato il polverone: “Ignoranti, maleducati, sconcertanti”, gli appellativi più gentili riservati agli autori di “un atto vergognoso e deplorevole che andrebbe denunciato, perché l’arte è un bene di tutti e quindi va preservato”. Non meno, in molti hanno pure fatto notare la presenza di telecamere collocate in posizione favorevole: l’auspicio è che i pezzi di questa balzana storia vengano al più presto ricuciti.
Elia Zupelli

Fonte: Bresciaoggi

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