Ripristino paesaggistico del Taglietto di Gussago: due cipressi sono stati piantati in queste ore proprio di fronte alla villa padronale che guarda al colle Barbisone, riportando indietro le lancette del tempo, proprio nel momento in cui la struttura fu immortalata e resa celebre dall’Inganni. Al Taglietto, infatti, Angelo Inganni – che risiedeva abitualmente, tra la primavera e l’inverno, nel palazzo della Santissima, proprio sul colle Barbisone -, dedicò un noto dipinto (risalente al 1845 circa). Un’opera non usuale per il pittore bresciano, un vedutista e non un paesaggista, che ha da sempre prediletto gli ambiti urbani e i ritratti rispetto ai paesaggi bucolici. Qui l’artista è probabilmente stato affascinato dal paesaggio che ha racchiuso, in una sintesi pittorica intensa ed evocativa. Il Taglietto, infatti appare con un’angolatura, rispetto al colle dal quale è stato dipinto, nondel tutto fedele alla realtà; nell’opera ha prevalso l’aspetto artistico rispetto al realismo, e così ecco comparire, nello stesso dipinto, la villa, il rigoglioso paesaggio circostante e il Santuario della Stella sullo sfondo, che domina le montagne retrostanti.
Impossibile non notare i due cipressi che, nel dipinto, contraddistinguono l’elegante ma semplice struttura; i due alberi fungono, all’interno dell’opera, da
mezzo pittorico per slanciare e rendere ancor più austero e nobile il candido edificio gussaghese. Quei due cipressi, col passare degli anni, sono scomparsi dal cortile della villa; ammalatisi, gli alberi erano morti e quindi erano stati abbattuti. Al loro posto, una colata di cemento. Oggi, l’Amministrazione comunale gussaghese ha deciso di ripristinare il paesaggio, riportandolo indietro di almeno 170 anni, e ha così piantato due nuovi cipressi di fronte al Taglietto (la cerimonia ufficiale è in programma il 3 aprile).
Nei prossimi giorni, dal punto in cui il pittore bresciano potrebbe aver appoggiato il cavalletto, tavolozza in mano, per la realizzazione dell’opera in questione, verrà posizionato un tabellone, sulla cui sinistra comparirà una riproduzione del quadro dell’Inganni mentre, sul lato destro, è stato ricavato un buco di forma rotonda che permetterà all’osservatore di puntare lo sguardo proprio verso la villa padronale incorniciata dai due cipressi, in un gioco suggestivo di raffronti tra quadro e reale, tra passato e presente, di nuovo in simbiosi.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia