Il futuro della Fondazione legato al riconoscimento di alcune tariffe.
Un milione di euro è arrivato nelle casse della Fondazione Richiedei, grazie alla fideiussione con le banche del Comune di Gussago. Ossigeno che permette, nell’immediato, di garantire gli stipendi e di pagare i fornitori. Ma non basta. Senza il «riconoscimento dovuto» da parte della Regione delle tariffe specialistiche per l’Alcologia di Palazzolo e l’adeguamento del budget della Riabilitazione di Gussago, oltre all’aumento dei posti letto dell’Hospice di Palazzolo da otto a tredici, gli sforzi per garantire la sopravvivenza della Fondazione rischiano di essere vani.
L’intervento regionale rimane, dunque, l’ultimo possibile dopo che nei mesi scorsi anche i lavoratori della Richiedei hanno sottoscritto – attraverso i loro rappresentanti sindacali – un accordo che prevede una riduzione non lineare sul premio di produttività che permette alla Fondazione di «risparmiare» circa mezzo milione di euro l’anno. «Anche se gli effetti della spending review rischiano di vanificare gli sforzi dei lavoratori» sottolinea il presidente. Ed è proprio con l’obiettivo di «stimolare» i provvedimenti regionali che si insedierà in Prefettura un tavolo istituzionale. Dopo il preincontro che si è tenuto nel pomeriggio di ieri, la prima riunione è fissata per il prossimo 2 maggio.
Nell’ultimo biennio abbiamo intrapreso iniziative per creare efficienze in spese, costi e margini in un modo corrente e strutturale che hanno portato un beneficio annuo di circa 2.5 milioni di euro che hanno ridotto la perdita gestionale ad 1,5 milioni – spiega Fausto Gardoni, presidente della Fondazione Richiedei -. È stato compiuto un immenso sforzo con risultati di rilievo, ma ciò non è sufficiente e servono altre iniziative». Iniziative che, come abbiamo sottolineato, si sono tradotte, da una parte, in un accordo sindacale «straordinario» che ha permesso «di salvaguardare i posti di lavoro, intervenendo sul premio di produttività» aggiunge il presidente. Dall’altra, nella richiesta all’Amministrazione comunale di Gussago di una fideiussione con le banche di due milioni di euro. Il consiglio comunale ha deliberato di «concederne» uno.
Nel frattempo, tuttavia, un’altra «spada di Damocle» pende sulla testa della travagliata vicenda della Fondazione. In virtù del cosiddetto «decreto Balduzzi», ora legge, le aziende ospedaliere dovrebbero ridurre al minimo l’attività in strutture che non sono di loro proprietà e per le quali devono pagare canoni di affitto. Ricordiamo che alla Richiedei ci sono cinque importanti attività dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia: la Geriatria, il centro dialisi, la Riabilitazione cardiologica, il Centro per i disturbi del comportamento alimentare ed ambulatori della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che «fruttano» alla Fondazione circa un milione di euro l’anno di affitto. Una necessaria boccata di ossigeno dopo il trasferimento della Fondazione Maugeri che versava nelle casse della storica istituzione circa il doppio rispetto al Civile.
Nuvole nere, dunque, continuano ad insistere sul magnifico complesso gussaghese. Scopo del tavolo istituzionale in Prefettura è quello di garantire il riparo dai temporali, scongiurando lo scatenarsi di tempeste.
Anna Della Moretta
Dal 2 maggio politici e amministratori per salvare l’ospedale
Al tavolo istituzionale che inizierà a lavorare in Prefettura il prossimo 2 maggio per sbloccare la situazione della Fondazione Richiedei di Gussago e garantirne il futuro, siederanno: il prefetto, il presidente e i componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione, gli assessori regionali alla Sanità Mario Mantovani e alla Famiglia, Maria Cristina Cantù, i consiglieri regionali delle aree interessate all’attività della «Richiedei», l’Asl, il commissario straordinario dell’azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, i vertici dell’azienda ospedaliera «Mellino Mellini» di Chiari della quale fa parte l’ospedale civile di Palazzolo, i sindaci di Gussago e Palazzolo e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Umi.
Fonte: Giornale di Brescia
