Accendere un faro per illuminare la strada di quei ragazzi che stanno rinunciando a vivere. È l’obiettivo del progetto “Find the light for a smart life” promosso dall’associazione Musical-Mente attraverso una rete creata dalla partnership tra “Casa dello studente” e i Comuni di Gussago, Cellatica, Ome e Rodengo. L’iniziativa offrirà agli adolescenti proposte efficaci e coinvolgenti per favorire la ripresa della socialità e contrastare il disagio giovanile. Il progetto, cofinanziato dalla Regione con il bando Giovani Smart, si rivolge alla fascia di età da sempre considerata un periodo delicato. E questi ultimi due anni non hanno certamente contribuito a migliorare la situazione. Gli studi hanno provato l’aumento, anche a causa del lockdown, di disturbi mentali come ansia e depressione, soprattutto tra i giovani. Si entra in un baratro da cui si fatica ad uscire, un abisso profondo e oscuro da cui non si vede la luce.
Un fenomeno “che ci lascia senza parole e per certi versi impotenti – spiega Paola Ceretta, direttore artistico di Musical-Mente -. Questo innovativo approccio cercherà di risolvere, anche in piccolissima parte, il problema”. Il target è quello dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni “che non vogliono confrontarsi con la scuola, con i loro amici, con la società – continua Paola Ceretta -. Fondamentale fare “rete” per un progetto che, nel tempo, potrà diventare un modello anche per altre realtà”.
“Find the light for a smart life” prevede un’attività specialistica di supporto psicologico a sportello di tipo individualizzato, a cadenza settimanale, con uno professionista per fornire assistenza e supporto mirato alla riduzione del disagio; laboratori e attività inclusive musicali, teatrali e artistiche che favoriscano la ripresa della socialità e contrastino il disagio sociale, la fatica e il senso di abbandono vissuti nel lockdown. Il supporto utilizzerà strumenti di comunicazione affini ai giovani, come la musica, il teatro, la street art e la web tv, con modalità e format innovativi e sperimentali. Ci saranno inoltre interventi di peer education in collaborazione con le scuole. Un messaggio che verrà veicolato soprattutto attraverso i social: “per sensibilizzare i ragazzi sul tema, dobbiamo arrivare a loro in modo diverso rispetto alle modalità tradizionali”, spiega Paola Ceretta. Il progetto muoverà i primi passi in ottobre, mentre a novembre inizieranno le attività. Il ciclo si chiuderà a settembre 2023, quando l’Università Cattolica di Brescia stilerà un bilancio. Strategico il supporto dell’Ufficio Scolastico territoriale di Brescia. “Questa interconnessione tra diversi mondi ci consente di raggiungere ragazzi problematici – afferma Federica Di Cosimo dell’Usp-, che rimangono “nascosti” e sconosciuti a se stessi e al micromondo che li circonda. Giovani che usano la violenza su se stessi per sentirsi vivi. Molti di questi semi non diventeranno un germoglio a breve, ma potranno portare frutti nel tempo. E noi non ci stancheremo di seminare”.
Cinzia Reboni
Fonte: Bresciaoggi