Come guardie arroccate sulle porte delle antiche città, sopra la strada, in coincidenza con gli accessi, quattro telecamere, installate nei giorni scorsi, scrutano automobili e passanti. Poste ai quattro varchi del comune di Gussago, si interfacciano con altri sistemi di rilevamento installati nel territorio. Questi occhi tecnologici, oltre a svolgere un ruolo di osservazione e di registrazione, rileveranno la targa di ogni veicolo e, in collegamento con i sistemi nazionali centralizzati nell’ambito dell’ordine pubblico, stabiliranno se si tratta di auto o camion «puliti», oppure se si tratta di mezzi rubati; se si tratta di veicoli in fuga da un reato; se sono i possesso dell’assicurazione o se non sono stati sottoposti a revisione. Ma ciò che ha importanza maggiore è la sicurezza nell’ambito del controllo di auto o altri mezzi di trasporto segnalati e usati da malviventi. Non va poi sottovalutata la funzione di deterrenza: sarà sempre meno facile, per i malintenzionati, passare inosservati.
«La lettura delle targhe – dice il sindaco Coccoli – avviene agli accessi: al Caporalino, a Navezze (ingresso sp 19), a Ronco (ingresso tangenziale, rotonda ciclisti) e in via Sale (curva Metra)». È il primo step di un progetto più ampio che prevede l’estensione del monitoraggio elettronico ad altri cinque varchi e l’installazione successiva di apparecchiature di videosorveglianza con telecamere nei cosiddetti luoghi sensibili: scuole, piazze parchi, «da tenere d’occhio anche contro atti vandalici». Nel pacchetto pure tre videocamere mobili da poter installare nei lampioni, che potranno potenziare, via via, alcuni punti di osservazione ed essere successivamente spostate. Molto interessante il software all’avanguardia che gestisce il sistema – entrato in funzione nelle scorse ore -, perché non raccoglie soltanto il numero di targa ma ha rileva altri dati, immagazzinandoli in database diversi. «In modo da poter, ad esempio, – dicono in Comune – censire tutte le euro 0 o creare una gestione del traffico, in tempo reale. Un aspetto di rilievo è la possibilità di mettere in rete anche tutte le videocamere private; il software è predisposto ma non è così semplice, va fatto lavoro di richieste d’autorizzazione ad enti privati, e quindi deve essere portata avanti una procedura che richiede tempo».
L’intervento ha avuto un costo di 50mila euro: 18mila per il progetto e 36 mila per telecamere, software e installazioni. Il Comune aveva partecipato al bando regionale, che aveva accolto il progetto ma non l’aveva finanziato. «Ora – dice il sindaco Coccoli – l’abbiamo inserito nel bando Lumen, e stiamo aspettando risposta, per la restituzione di almeno una parte dei fondi».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia