Torna in carcere lo stalker “irriducibile”

I luogotenenti Alfio Montenegro (a sinistra) e Sergio La Prova.

Dopo essere stato arrestato in seguito ad una serie continua di pressioni alla ex moglie, sfociate anche in minacce di morte e in botte, aveva ottenuto i domiciliari, che ora gli sono stati revocati. Protagonista della vicenda è un operaio 35enne che era finito in manette lo scorso 2 gennaio. A riaprirgli le porte di Canton Mombello è stata la nuova denuncia presentata dalla ex moglie, una casalinga 36enne di Gussago.

La donna s’è rivolta un’altra volta ai carabinieri dopo aver ricevuto nuove telefonate dall’ex marito. In questo modo l’uomo ha contravvenuto al divieto assoluto di contattare l’ex moglie, divieto che gli era stato imposto dal giudice contestualmente alla concessione degli arresti domiciliari. Il nuovo contatto è avvenuto in occasione del compleanno della donna, alla quale il 35enne ha tra l’altro inviato dei fiori. Le ha poi telefonato cercando di accordarsi per vedere i figli della coppia, tre bambini dell’età di nove, sei e tre anni.

Al di là delle intenzioni espresse dall’uomo, il solo fatto di aver nuovamente approcciato l’ex moglie ha configurato una condotta contraria alle disposizioni del giudice. L’episodio è l’ennesimo di una lunga serie, spia di un rapporto logorato e dell’incapacità dell’uomo di arrendersi alla fine della relazione, sancita anche dalla separazione avvenuta nel 2008. Una situazione tradottasi in un incubo per la donna di Gussago, che dall’agosto del 2012 al 2 gennaio scorso ha presentato ben sette denunce ai carabinieri del suo paese.

L’arresto era scattato quando l’operaio aveva schiaffeggiato l’ex moglie, provocandole contusioni al volto giudicate guaribili in otto giorni. A quell’episodio assistettero anche i militari, che in borghese quel giorno stavano seguendo la donna. Ad allertarli era stata lei stessa, preoccupata dall’atteggiamento particolarmente aggressivo dimostrato dall’uomo che l’aveva tempestata con una trentina di telefonate (alcune anche molto minacciose, con frasi del tipo: «Stasera ti faccio male»), prima di seguirla in auto e tamponarla per due volte nella piazza del paese.

Fonte: Giornale di Brescia

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