Sensibilità ecologica e una costante cura dei corsi d’acqua – rafforzata dalla recente operazione «Fiumi sicuri», organizzata dal Gruppo sentieri Protezione civile di Gussago -, sta portando alla rigogliosa rinascita di vivace fauna ittica che sta tornando ad animare il corso d’acqua La Canale con incredibili giochi cromatici e di rifrazione. Le livree che scherzano con i raggi solari e con il placido turbinio d’acqua, creano irresistibili coriandoli di luce lungo La Canale; torrente che, in origine, molto probabilmente, aveva dato genesi al paese di Gussago. Documenti antichi rivelano il passaggio del corso d’acqua lungo via Roma. Indicativo il nomen omen del “Cantone delle Gere” (angolo delle ghiaie), nel centro del paese, che era posto proprio in prossimità del corso originario.
Il verificarsi, negli anni, di forti esondazioni, che hanno causato disastri, avrebbero portato ad una deviazione del fiume. La storica Rinetta Faroni, nel suo libro «Brevi di storia» racconta l’origine del corso e le operazioni di deviazione per preservare il paese da pericolosi episodi di piena: “Le acque della valle detta delle Gandine, unita a quella dei torrenti Manzana e Volpione, in vicinanza del Caricatore delle Civine di Brione, costituiscono il torrente detto “La Canale”, che percorre in direzione da monte a mezzodì una lunga tratta del territorio di Gussago. In un documento che porta la data del 31 gennaio 1868 si parla di un intervento per il torrente Canale in località Caricatore: le frequenti alluvioni verificatesi in quella zona avevano scavato il letto del torrente minacciando le fondamenta dei ponti di Manzana e Volpione e avevano fatto franare gli argini portando il torrente ad una larghezza tra i dieci e quindici metri e più». Nel 1875 però si verificò un’alluvione e a nulla servì quella traversa, trascinata a Navezze e in Piazza insieme a tronchi, detriti, fango e muri di case distrutte. Oggi, l’acqua trova meritato riposo. Ed ecco l’allegria e la frenesia di sempre più numerosi pesci che scherzano e ridanno, alla vecchia arteria idrica del paese, un vitale impulso.
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia