Tre mesi di tempo per provare a salvare il Richiedei

Richiedei

Il Consiglio comunale dà il via libera alla fidejussione da un milione. Ma chiede l’istituzione di un «tavolo» che valuti le scelte da prendere.

Il primo milione di euro è arrivato. Per il secondo si vedrà. Il Consiglio comunale di Gussago l’altra sera ha infatti dato il via libera alla prima tranche della fidejussione che garantirà il prestito da un milione di euro alla Fondazione Richiedei. La richiesta dell’ente era però di due milioni. Per l’altra metà si dovrà aspettare, almeno fino a giugno. La decisione sarà infatti subordinata ai risultati di un tavolo di lavoro convocato nei prossimi giorni; il mandato è preciso: trovare soluzioni per il salvataggio della prestigiosa istituzione socio sanitaria. Entro giugno, appunto.

Una decisione questa che serve da ulteriore garanzia, stavolta per il Comune. «Massima disponibilità per aiutare la Richiedei – spiega il sindaco Bruno Marchina -, ma come primo cittadino devo anche tutelare il bilancio, e quindi le casse, del Comune». Sarebbe infatti paradossale che per sostenere la Richiedei (le cui finanze sono in una situazione drammatica, giusto per usare un eufemismo) si mettessero a rischio i conti pubblici. Ma Marchina, lo sottolinea con forza, vigilerà con attenzione perché questa rimanga un’ipotesi molto più che remota. «La seconda tranche della fidejussione, a sua volta divisa ancora in due parti da 500mila euro, dovrà essere valutata con grande attenzione – continua il primo cittadino -. È fondamentale che vengano individuate delle strade certe da percorrere; chiaramente la meta deve essere il risanamento del Richiedei». Risanamento che però deve passare necessariamente dalla Regione. Marchina ne è più che consapevole. «A settembre il budget stabilito dalla Regione per tutto l’anno è già finito -continua il primo cittadino -: com’è possibile far quadrare i conti in queste condizioni?». I prossimi mesi serviranno quindi anche per fare «pressione» in Regione. «Il Richiedei non va a mendicare nulla – specifica Marchina -. La richiesta per i servizi è ben superiore alla disponibilità. Questo dimostra che non ci troviamo certo di fronte a un’azienda decotta e avviata verso il fallimento».

Intanto il milione di euro porterà un po’ di aria fresca nei polmoni della Fondazione, consentendo così un respiro che guardi al lungo periodo. Certo è che essere ottimisti è attività molto dura. I conti parlano da soli. Il passivo «consolidato» ha raggiunto i ventotto milioni: oltre un milione e mezza la perdita di esercizio del 2012. La Fondazione dà lavoro a circa 440 persone tra dipendenti ed esterni: posti che vanno tutelati in ogni modo.Ancor di più in un periodo difficile come quello attuale. Il presidente Fausto Gardoni ce la sta mettendo davvero tutta, ma senza un aumento dei posti letto, o una maggiore remunerazione delle prestazioni, difficilmente si potrà vedere la luce in fondo al tunnel. Intanto è stato messo in campo un piano di investimenti da 6 milioni; dopo aver gradualmente ridotto la perdita d’esercizio, si punta al pareggio di bilancio nel 2014. Non sarà certo facile. Il Comune sta dando una mano, ma basterà?
Francesco Alberti

Fonte: Giornale di Brescia

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