Per chi indaga si tratta di illecito istituzionalizzato. Una gestione di analisi e pratiche che avrebbe generato una truffa da centinaia di migliaia di euro ai danni di Regione Lombardia e dell’Unione Europea. Sono 38 le persone raggiunte nelle scorse ore dalla chiusura indagini sulle quote latte percepite tra il 2015 e il 2017. Nell’elenco figurano 37 proprietari e responsabili di aziende agricole della provincia e il direttore del laboratorio Produzione primaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna Giuseppe Bolzoni. I primi avrebbero percepito ingiusti premi europei per la qualità del latte dei loro bovini grazie al via libera del secondo. Questo lo schema tracciato dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, che contesta i reati di truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falso.
Il presunto ingiusto profitto percepito dagli allevatori complessivamente supera i 170mila euro che Regione Lombardia ha versato per conto dell’Europa. Sotto i riflettori della magistratura sono finite solo realtà della provincia ed esclusivamente contributi, percepiti illegalmente secondo le indagini, superiori ai mille euro. Il quadro, definito dagli inquirenti già allarmante, potrebbe quindi aggravarsi ulteriormente se venisse allargato il perimetro dei controlli. L’indagine nasce il 25 novembre 2016 da un controllo nei laboratori del Centro latte dello Zooprofilattico di Brescia quando gli ispettori regionali mettono a verbale anomalie nella refertazione del pagamento del latte di qualità. Per ottenere i premi europei gli allevatori devono rispettare alcuni parametri che devono essere certificati dai laboratori accreditati, tra cui proprio lo Zooprofilattico. Dalle indagini sarebbero emerse procedure anomale e certificazioni dei risultati analitici del latte non corrispondenti alla realtà. Con l’unico obiettivo che sarebbe stato quello di favorire aziende agricole.
Il responsabile del Centro latte dello Zooprofilattico Giuseppe Bolzoni avrebbe alterato secondo la magistratura i rapporti di prova della qualità del prodotto modificando – questa l’accusa – le date di prelievo. Sarebbero stati gli stessi allevatori e non prelevatori esterni come prevede la legge, a presentare i campioni di latte per ottenere il via libera al premio europeo. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le dichiarazioni della responsabile dei laboratori dello Zooprofilattico di Piacenza che ha spiegato il suo modo di gestire le analisi. Secondo cioè la legge e non come invece sarebbe sempre avvenuto a Brescia dove a tutti, fin dal tirocinio, sarebbe stata insegnata la procedura contraria alle direttive in materia di quote latte. Per la Procura un illecito istituzionalizzato.
Andrea Cittadini
I coinvolti
Sono accusati a vario titolo di truffa, falso e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, il direttore del laboratorio Produzione Primaria dello Zooprofilattico, Giuseppe Bolzoni e 37 allevatori tra Leno, Brescia, Ghedi, Gussago, Muscoline, San Paolo, Castegnato, Roncadelle, Dello, Niardo, Chiari, Montichiari, Lograto, Urago d’Oglio, Borno, Comezzano Cizzago e Berzo Demo.
Fonte: Giornale di Brescia