In città e provincia ci sono 218 mila potenziali donatori di organi. Un bresciano maggiorenne su cinque ha accettato di essere sottoposto ad espianto dopo la morte. A dare una svolta significativa alla campagna di diffusione e promozione della “cultura” dell’altruismo è stato il progetto nazionale “Una scelta in Comune“, attraverso il quale è possibile esprimere la propria volontà nel momento in cui viene rilasciata o rinnovata la carta d’identità. Questa modalità consentirà di raggiungere in modo progressivo tutti i cittadini maggiorenni, invitati dall’operatore dell’Ufficio Anagrafe a manifestare il proprio consenso o diniego alla donazione di organi e tessuti. Il capofila è stato il capoluogo. Brescia è diventata un modello: era il 9 luglio del 2012. Ci sono voluti quasi tre anni prima che la provincia prendesse coscienza dell’iniziativa. Il primo Comune a seguire il solco della Loggia fu Desenzano, il 24 aprile 2015. L’ultima adesione, in ordine di tempo, è quella di Adro, il 19 luglio di quest’anno. In nove anni i consensi hanno raggiunto il considerevole numero di 160.535 potenziali donatori di organi, ai quali vanno aggiunti i 57.154 iscritti all’Aido, per un totale di 217.689, anche se va però sottolineato che il 27,5% dei bresciani (60.816) ha espresso il proprio diniego quando si è trovato a decidere nel momento del rilascio della nuova carta d’identità. Solo 5 i Comuni bresciani che non figurano ancora nella “rete”: Idro, Longhena, Magasa, Seniga e Treviso Bresciano. Le adesioni maggiori, inutile dirlo, sono in città, con 28.802 consensi. É evidente, come spiegato, che i numeri non si riferiscono all’intera platea dei cittadini di Brescia, ma soltanto a quelli che hanno richiesto o rinnovato il documento d’identità dal 2012 – anno di adesione della Loggia al progetto – fino ad oggi.
Desenzano con 3.941 e Concesio con 3.343 dichiarazioni di volontà guidano la classifica provinciale, seguiti da Montichiari con 2.960, Darfo con 2.936, Lonato con 2.768, Gussago con 2.740 (82,6% di consensi), Palazzolo con 2.632, Lumezzane con 2.505, Chiari con 2.401, Ghedi con 2.388 e Castenedolo con 2.159. In coda, per questione di numero di abitanti, Irma con 11 consensi, Paisco Loveno con 13 e Incudine con 29. In realtà sono gli ultimi solo se si guardano i numeri assoluti, ma in realtà le percentuali di adesione sono piuttosto alte, soprattutto per i due piccoli paesi della Valcamonica, che fanno segnare rispettivamente il 72,2 e l’80,6%.E a proposito di percentuali, si tocca il 99% a Caino e a Mairano. Nel primo caso, solo 2 opposizioni contro i 194 cittadini che hanno espresso la loro volontà in materia di donazione di organi, mentre nel paese della Bassa le defezioni sono state soltanto 3 su 311. Percentuali alte anche a Villachiara, con il 98,8%, e a Cevo con il 98,2%.
«Il Comune è il canale più immediato per sostenere questo tipo di progetto – sottolinea il sindaco di Desenzano Guido Malinverno -. Noi siamo i “terminali” che raccolgono le istanze. Un po’ come gli oratori, che si occupano delle necessità degli ultimi per la loro sopravvivenza sociale, noi cerchiamo di dare una mano alla “sopravvivenza sanitaria”. É l’unico modo che abbiamo per manifestare la nostra solidarietà ed essere vicini alle persone che hanno bisogno di un aiuto concreto». E proprio per rafforzare questo senso di solidarietà, la Giunta di Desenzano ha deliberato a fine agosto un protocollo d’intesa con l’Avis per chiedere ai cittadini, in occasione di pratiche amministrative negli uffici Anagrafe e Stato civile, la disponibilità a diventare donatori di sangue. «Vogliamo proseguire sulla strada del progetto “Una scelta in Comune” per la donazione di organi, allargando l’orizzonte anche alla donazione di sangue, per sostenere la cultura del dono, sensibilizzando anche i giovani cittadini, come importante gesto di partecipazione alla vita sociale della comunità – aggiunge Malinverno -. Chi vorrà, potrà quindi “scrivere” sula propria carta d’identità anche la disponibilità a diventare donatore». I dati verranno trasmessi all’Avis di Desenzano, che potrà quindi successivamente contattare gli interessati. «L’Avis sta facendo un buon lavoro – conclude il sindaco -. Il nostro augurio è che si vada avanti con la stessa forza con cui è stato portato avanti il progetto per i donatori di organi». In effetti, «Una scelta in Comune» ha già dato risultati decisamente positivi. In Lombardia, la provincia di Brescia è seconda solo a Milano, che tra dichiarazioni registrate nei Comuni e iscrizioni all’Aido, raggiunge 508.504 consensi contro 153.848 opposizioni. Allargando il raggio a tutta Italia, la Lombardia batte tutti con 1.709.707 dichiarazioni di disponibilità (1.271.861 consegnate ai Comuni, 17.832 alle Asl e 420.014 iscrizioni all’Aido), superando il 20% dell’intero territorio nazionale, che ha raggiunto 8.447.565 dichiarazioni di volontà, l’81,35% delle quali registrate nei Comuni.
Cinzia Reboni
Fonte: Bresciaoggi