Per la Giornata della memoria Sergio Mascherpa porta in scena a Travagliato, Roncadelle, Leno, Gussago e Flero, lo spettacolo ispirato a Primo Levi.
«La Shoah, lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti è il più conosciuto. Ma di genocidi simili, dei quali pochi parlano nel mondo, ce ne sono stati tanti altri. Con questo spettacolo intendo ricordarli tutti, perché queste cose non accadano mai più».
Così l’attore e regista Sergio Mascherpa anticipa «Un uomo (Primo Levi)», la lettura teatrale che da oggi, giovedì 24 gennaio, a venerdì 1° febbraio, sempre con inizio alle 21 e sempre con ingresso libero, di sera in sera verrà rappresentata in cinque Comuni della nostra provincia: oggi, giovedì, nella Sala Nicolini di Travagliato; sabato 26 gennaio al Teatro Comunale di Leno; domenica 27 nella chiesa di San Lorenzo a Gussago; martedì 29 gennaio al Teatro Aurora di Roncadelle e venerdì 1 febbraio, infine, nella sala consiliare del Comune di Flero.
In scena sempre e solo lui, Sergio Mascherpa, accompagnato da alcune musiche, ma anche da video e immagini realizzate da Roberto Capo con la collaborazione di Alessandra Domeneghini.
«Come si può intuire dal titolo – continua l’interprete – sono partito dal libro di Primo Levi «Se questo è un uomo», per poi prendere in considerazione altri genocidi: si pensi, ad esempio, a quanto fatto da Stalin, agli orrori perpetrati negli anni ’80 del secolo scorso a Sarajevo, ai nativi americani sterminati nelle terre dei loro avi… Infine, passando attraverso ’’L’albero dei giusti’’, come in una sorta di rondò sono tornato a Primo Levi e al suo amico Lorenzo, il muratore italiano deportato ad Auschwitz di cui Primo Levi scrisse: «Lorenzo era un uomo; la sua umanità era pura e incontaminata, egli era al di fuori di questo mondo di negazione. Grazie a Lorenzo mi è accaduto di non dimenticare di essere io stesso un uomo».
Ovviamente la chiusura dello spettacolo con al centro la figura dell’amico Lorenzo avrà un significato ben preciso. Al pari di tutti gli altri genocidi, la Shoah è stata una tragedia disumana, io però sono convinto che, anche in situazioni come queste, ci sia sempre e comunque spazio per il bene. Visto che questo spettacolo è dedicato anche e soprattutto ai giovani, la figura di Lorenzo vuole essere una porta aperta verso il futuro, un messaggio di speranza a non arrendersi mai al male».
Qual è la peculiarità del racconto di Primo Levi? «Levi non rinuncia a narrare la sua terribile vicenda di deportato- chiude Sergio Mascherpa – ma ci ha lasciato una testimonianza forse meno cruda di altri che hanno vissuto esperienze analoghe nei campi di concentramento. E questo mi è piaciuto molto».
Informazioni sugli spettacoli alla Cooperativa Teatro Laboratorio, telefono 030.302696.
Gianantonio Frosio
Fonte: Giornale di Brescia