Unione trasversale per difendere lo spiedo bresciano

Lo spiedo De.Co. di Gussago, il vero protagonista del Gran Galà dello spiedo.

Il primo concreto obiettivo di politici e associazioni è «arrivare» a Roma.

Il «Consiglio di guerra» per la difesa dello spiedo bresciano si è riunito a Palazzo Nava, nel comune di Gussago. La missione di politici, amministratori e associazioni di categoria è riportare sulle tavole dei ristoranti il tradizionale piatto della cucina nostrana, a rischio estinzione dopo la direttiva che vieta la vendita di qualsiasi uccello selvatico, esclusi i volatili di grossa taglia, anche importati dall’estero. Divieto che ha aperto nei giorni scorsi una serie di polemiche seguite a proteste, anche eclatanti.

«Sono proprio le parole “anche se importati dall’estero”, che vogliamo siano tolte da questa modifica di legge – spiega Giovanni Coccoli, vicesindaco di Gussago -. Per questo motivo abbiamo redatto una richiesta. La Provincia si è impegnata a girare il documento a tutti i Comuni bresciani e alle associazioni di categoria. Raccolte le adesioni manderemo il tutto ai presidenti della Camera, del Senato, al presidente del Consiglio, al Ministro dell’Agricoltura e delle Politiche forestali, ai capigruppo di Senato e Camera e a tutti i deputati e senatori, in modo tale che la nostra voce possa essere ascoltata anche a Roma». «Condividiamo appieno questa iniziativa – spiega Gianluigi Raineri, consigliere provinciale di Forza Italia -. Questioni di criticità si stanno evidenziando attorno a un piatto che doveva essere fiore all’occhiello e ora è di fatto “bloccato”, creando gravi problemi di occupazione. La Provincia ha ritenuto di intervenire subito e di coordinare tali azioni». Per Guido Galperti, deputato Pd, «La proposta di togliere la dicitura “anche se importati dall’estero” difficilmente passerà. Noi dobbiamo puntare sulla denominazione comunale dello spiedo». Giuseppe Romele, deputato di Forza Italia, conviene e sottolinea la necessità di «creare una mobilitazione molto forte con le associazioni di categoria, che si espliciterà presso le commissioni competenti». Diversa invece la visione di Fabio Rolfi (Lega Nord) e di Stefano Borghesi, parlamentare dello stesso partito: «Il percorso intrapreso è corretto. Si deve tornare alla normativa come era prima della modifica. L’intento di questa direttiva europea era quello di rafforzare le misure antibracconaggio, non diceva di andare a vietare l’acquisto di uccelli dall’estero; il problema nasce dunque dall’interpretazione che il Governo ha dato a questa direttiva ». È necessaria la coesione e una forte reazione di gruppo; politici, associazioni e amministratori devono essere uniti e agire rapidamente. Questo il pensiero condiviso dall’assessore regionale Viviana Beccalossi insieme ai sindaci di Serle, Villa Carcina, Brione (che ha segnalato il supporto di tutta Comunità Montana della Valle Trompia) e ovviamente di Gussago; al loro fianco anche l’associazione Ristoranti di Gussago, Arthob, Coldiretti, associazione culturale Civiltà Rurale. Il comune di Gussago, una sorta di capofila della protesta bresciana, non si tira indietro e affida ad una provocazione la chiusura del confronto dialettico: «Il 3 settembre torna il Gran Galà dello Spiedo e noi lo faremo comunque con gli uccellini».
Federico Bernardelli Curuz

Fonte: Giornale di Brescia

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