Nessun licenziamento in vista per i 270 dipendenti della Fondazione Richiedei di Gussago. I timori per il taglio di 70 posti di lavoro – inizialmente previsti dalla dichiarazione di esubero presentata a inizio anno dalla proprietà – sono stati scongiurati grazie allo sforzo unitario messo in atto dalle categorie della funzione pubblica di Cgil, Cisl, Uil e dalle Rsu Cobas. Dopo dodici assemblee condotte nell’arco di soli quattro mesi, i portavoce sindacali sono riusciti a raggiungere e a far approvare dalla maggioranza dei lavoratori una soluzione che, sebbene preveda sacrifici economici, non ridurrà il potenziale occupazionale della struttura e non intaccherà la qualità delle prestazioni.
L’accordo, firmato lo scorso 4 luglio dalla totalità del personale infermieristico con l’appoggio degli amministrativi e dei tecnici biologi (contrari soltanto 13 medici) si inquadra nella riorganizzazione interna del polo sociosanitario franciacortino e del congiunto centro medico di Palazzolo a seguito delle pesanti “perdite” dei reparti (distaccamenti del Civile) di geriatria e a riabilitazione cardiologica. Il risultato, definito «di portata storica» dai sindacati in virtù «della coesione dimostrata» e del ruolo politico di sostegno giocato dalle istituzioni, porta con sé delle conquiste fondamentali: sebbene la produttività aziendale abbia subito tagli pari al 50% della quota rimanente (a sua volta già dimezzata negli ultimi anni), la sottoscrizione obbligherà il Cda della Fondazione alla redistribuzione tra i lavoratori firmatari dell’80% degli utili prodotti nel biennio 2018-2019. Inoltre, i dipendenti con contratto a termine avranno la priorità se si dovesse aprire la strada a nuove assunzioni.
La battaglia non è stata vinta a costo zero, basti pensare al mancato rinnovo dei circa 40 contratti tra determinati e liberi professionisti legati da rapporto di collaborazione e al blocco del turnover, ma gli scenari che si dischiudono non escludono occasioni di crescita: oltre all’internalizzazione dei servizi di pulizia, si darà avvio a un processo di mobilità interna tra i due presidi affiliati, in modo trasparente e nel rispetto delle graduatorie, così come al riassetto delle mansioni abituali. Una prospettiva è rappresentata dalla recente attivazione del progetto di 6 mesi STAR, il Servizio territoriale di assistenza residenziale finanziato da Regione con un contributo di 600mila euro.
«Festeggiamo il salvataggio di un punto sanitario di riferimento dell’intera comunità. Merito della solidarietà e della coesione dei lavoratori», hanno sottolineato i segretari provinciali di Fp Cgil Stefano Ronchi e di Fp Cisl Diego Zorzi assieme al numero uno di Fp Uil Lombardia Demetrio Barbagiovanni e alla rappresentante Cobas Rossana
Masci. «Ora ci auguriamo che le promesse istituzionali vengano mantenute».
Davide Vitacca
Fonte: Bresciaoggi
Vertenza Richiedei, la soddisfazione dei sindacati
Dopo la chiusura di una vertenza complessa, avevano di che gioire ieri i rappresentanti sindacali del Richiedei. Settanta posti di lavoro considerati in esubero sono stati conservati, dopo diversi step, e ora i licenziamenti sono stati annullati. Dipendenti e consiglio di amministrazione ieri hanno fatto calare dolcemente a terra la spada che pendeva sulla testa dei lavoratori e dell’ente. L’operazione si conclude con la salvaguardia occupazionale, nel rispetto dei bilanci e dei servizi, com’era intendimento, più volte espresso, di Carlo Bonometti, presidente del Cda del Richiedei.
«Il percorso – hanno detto Stefano Ronchi (Cgil), Diego Zorzi, (Cisl), Demetrio Barbagiovanni (Uil), ieri al Richiedei – è stato complicato. Il confronto è stato spesso duro, ma ha permesso di ridurre i licenziamenti, inizialmente da 70 a 29 unità, poi a 12, fino a ridurli a zero». L’accordo, in sintesi, prevede una ristrutturazione dei servizi e la conseguente reinternalizzazione degli stessi, una riduzione del 50% del premio di produttività (circa 125mila euro annui totali per il comparto), con la possibilità, però, che in caso di presenza di utili di bilancio, l’80% dell’utile stesso torni ai lavoratori. Importante per il raggiungimento dell’accordo è stato l’avvio dello Star, il Servizio territoriale di assistenza residenziale partito nei giorni scorsi e destinato a malati anziani e fragili. L’accordo raggiunto prevede anche che i lavoratori a tempo determinato ed i liberi professionisti che non hanno visto rinnovare il contratto avranno la precedenza, in caso di nuove assunzioni. Frattanto, dichiarano i sindacalisti, cinque lavoratori del Servizio di assistenza domiciliare, licenziati nel 2015, riceveranno, come ha stabilito il tribunale, il pagamento di dodici mensilità. «L’unico rammarico – concludono i confederali – è che una parte della dirigenza medica non abbia sottoscritto l’accordo. Un’occasione perduta nel campo della solidarietà aziendale».
Federico Bernardelli Curuz
Fonte: Giornale di Brescia